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Scarica e installa per tutti gli utenti di Windows (non richiede connessione Internet per installarsi)

Google Chrome

Recensione aggiornata il 16 Novembre 2014

Voto: 3 su 5

Nel 2008 Google, azienda famosa per il suo motore di ricerca, ha deciso di entrare nel mercato dei browser, al tempo dominato da Internet Explorer e Mozilla Firefox, rilasciando un nuovo prodotto col nome di Google Chrome.

Questo navigatore usa un motore di rendering creato da Google e denominato Blink. Si tratta di un fork di WebKit, già usato da Safari (browser della Apple), fork a sua volta di KHTML usato da Konqueror (browser del desktop enviroment KDE per GNU/Linux). È molto scarno rispetto ad altri browser come Firefox o Opera 12. L'interfaccia è minimale e dunque può risultare troppo ridotta all'osso. Ha un motore di processamento del Javascript molto efficiente ed in linea con le prestazioni di Firefox. Ma, guarda caso, rende più velocemente le pagine di servizi di Google come Gmail, Docs e Analytics.

Requisiti

Google Chrome si installa su Windows XP service pack 2+, Windows Vista, Windows 7 e Windows 8. I requisiti hardware minimi sono: processore Pentium 4, 350 MB di spazio libero, 512 MB di RAM. Come sempre sono abbastanza ottimistici, dato che Chrome (non solo nei miei test) occupa molto più spazio di Firefox sull'hard disk e se si usano più schede in contemporanea consuma molta più RAM. Dunque direi che è bene considerare non meno 450MB di spazio su disco ed è auspicabile avere più di 512MB di RAM.

Come installarlo correttamente

Diversamente dalla procedura comune di tutti i programmi per Windows, aveva, ed in parte ha ancora, una particolarità: non viene installato dentro Programmi ma nei Documenti, precisamente in \Documents and Settings\<nome_utente>\Local Settings\Application Data\Google\Chrome, in Windows Vista/7/8 in C:\Users\<nome_utente>\AppData\Local\Google\Chrome\User Data\Default. Questo stratagemma evita che per installarlo sia necessario un utente con privilegi di amministratore. Però ciò fa sì che se lo devono usare più utenti sullo stesso PC, ciascuno di loro debba procedere ad una installazione separata, con tutto lo spreco di spazio che ciò comporta.

Questo comportamento da molti è stato criticato come illogico e pericoloso, ma è stato scelto per permetterne l'uso a chi non ha permessi di amministratore sul computer (tipicamente gli utenti nelle aziende) o a chi non sa usare correttamente un sistema operativo.

Ciò che non era comprensibile però era la mancanza, in fase di installazione, della possibilità per l'utente di scegliere se installare correttamente il programma per tutti gli utenti nella directory apposita, per farlo occorre usare un file di installazione diverso.

A seguito delle varie critiche ricevute, a partire dal 2012 Chrome si installa a livello di sistema, ma se l'utente che sta eseguendo l'installazione non ha i privilegi di amministratore allora ricorrerà al vecchio metodo di installarsi a livello del singolo utente in AppData.

Per installare Google Chrome condividendo la stessa installazione con tutti gli utenti, è però consigliato, da Google stessa, l'uso di un installer diverso, offline (non richiede una connessione ad Internet durante l'installazione) da eseguire tramite l'utente amministratore, come accade con qualsiasi altro programma. Tale file di installazione è scaricabile dal sito ufficiale (maggiori informazioni qui).

Una versione alternativa che condivide la medesima caratteristica, ma più indicata ad amministratori di sistema, è Chrome for Business. Questa versione permette una maggiore configurabilità e la possibilità di scegliere la frequenza degli aggiornamenti automatici (uno degli aspetti più irritanti di Chrome). Per disabilitare del tutto gli aggiornamenti automatici (opzione poco consigliabile all'utente comune) bisogna cambiare un valore nel registro di configurazione di Windows, oppure usare Google Update for Enterprise. È bene però ricordarsi di aggiornarlo manualmente.

Caratteristiche principali

Senza entrare nel dettaglio, Chrome ripropone la navigazione a schede inventata da Opera e ormai consueta in tutti i browser, una gestione migliore dei crash, l'onnipresente modalità porno (chiamata "incognito") che permette di non lasciare tracce della navigazione nel tab prescelto. La barra degli indirizzi è diventata una casella multifunzione in cui scrivere l'indirizzo di un sito, fare ricerche, ricevere suggerimenti dinamici durante la digitazione, visualizzare la cronologia. Queste funzioni molto utili si erano già viste in Firefox 3 e Opera 9. Da Opera prende anche la funzione Speed Dial (Accesso Rapido in italiano), con la differenza che lista i siti più visitati e non quelli scelti dall'utente. La stessa funzione è disponibile anche su Firefox.

Prende spunto dagli add-ons di Firefox la possibilità di aggiungere funzionalità al programma, basta visitare il Chrome Web Store e installare direttamente nel browser i programmi aggiuntivi. Con l'accortezza di non esagerare, perché si otterrebbe un rallentamento nell'apertura del programma.

Considerazioni sulla privacy

Per quanto mi riguarda, da utente Google (uso praticamente tutti i loro servizi), credo che Chrome abbia qualche serio problema riguardo la privacy. La barra degli indirizzi infatti funziona da motore di ricerca e mentre si digitano le lettere si avvia una connessione al server di Google per "predire" la parola che stiamo scrivendo (è la stessa funzione di autocompletamento che troviamo su Google.it). Questo però permette a Google di sapere l'indirizzo di tutti i siti che visitiamo, e ciò non è ammissibile, a prescindere. Benché Google prometta di non usare i dati in modo lesivo della privacy, ritengo che la profilazione così spinta di un individuo da parte di chiunque (azienda o stato) sia qualcosa da evitare a priori. È perciò opportuno disabilitare, nelle Opzioni, la funzione di autocompletamento.

Nel seguente video, sottotitolato in italiano, Google tenta di rassicurarci della sua bontà (a voi decidere se ci sono riusciti) e assicura che le ricerce vengono anonimizzate "entro 24 ore".

L'intruso non richiesto: GoogleUpdate.exe

La caratteristica più fastidiosa di Chrome non è in Chrome, ma è un programmino extra che viene installato, senza il consenso dell'utente, il cui processo è caricato ad ogni avvio di sessione (rallentando così l'avvio del sistema operativo e occupando memoria, anche se poca). Ad ogni avvio del sistema operativo tenta di connettersi al server di Google per cercare aggiornamenti software, in seguito l'operazione si ripete ogni 5 ore. Questo eseguibile si chiama GoogleUpdate.exe ed è installato automaticamente ogni volta che si installa un software di Google. La cosa più irritante è che non viene disinstallato se si disinstalla Chrome e non è disinstallabile con la consueta procedura dei programmi su Windows. Per cui va rimosso a mano o, in alternativa, bloccato tramite firewall (questa ultima soluzione non fa risparmiare RAM e velocizzare il tempo di avvio, dato che il programma comunque viene avviato). Rimuovendolo però non si potrà più aggiornare Google Chrome tramite la funzione interna al browser ma si dovrà scaricare manualmente il nuovo file. Inoltre se si ha Mozilla Firefox viene installato (anche qui senza chiedere consenso all'utente) un plugin chiamato Google Update che periodicamente entrando in funzione rallenta il PC ed in alcuni casi satura la CPU rendendolo inutilizzabile per qualche minuto, questo accade soprattutto in PC con processore single core.

CPU 100%

Il problema grosso è quando GoogleUpdate trova un aggiornamento e lancia il file di installazione setup.exe. Nei computer meno performanti questo processo comporta una saturazione del processore che rallenta tutti i programmi fino a farli diventare inusabili. All'inizio mentre navigavo col portatile davo la colpa a Firefox di bloccarsi e invece era l'update di Chrome che quasi quotidianamente fermava tutto il computer.

Come risolvere il problema

Innanzitutto la vile premessa d'uopo in queste situazioni: ATTENZIONE, se seguite questa procedura, lo fate a vostro rischio, il PC potrebbe implodere in un buco nero supermassivo!

Il solo bloccare googleupdate.exe tramite firewall è un palliativo, blocca la connessione esterna ma il processo è sempre attivo, tenta le connessioni e occupa comunque memoria. Ricordatevi di sbloccarlo quando aggiornate Chrome (consiglio almeno ogni due settimane).

La procedura che ho effettuato su Windows XP Pro (usando l'account con privilegi di amministratore):

  1. terminare il processo googleupdate.exe tramite il Task Manager (si apre anche con CTRL+ALT+CANC);
  2. se avete Mozilla Firefox, disabilitare il plug-in "Google Update" annidatosi a vostra insaputa (per tutti gli utenti e i loro profili);
  3. rimuovere/disabitare Google Update dalle Operazioni Pianificate;
  4. rimuovere Google Update dai servizi (oppure metterlo come avvio manuale);
  5. [attenzione, operazione delicata e lunga!] rimuovere le occorrenze di Google Update dal registro di sistema (HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Services\gupdate ecc., tempo stimato 1 ora);
  6. infine bloccando il file tramite firewall (disabilitate il blocco quando opportuno, altrimenti navighereste con un software non aggiornato);
  7. in alternativa al punto precedente, soluzione drastica: cancellare tutte le occorrenze del file googleupdate.exe (C:\Programmi\Google\Update\GoogleUpdate.exe e altre cartelle, cercatelo tramite la ricerca file di Windows: menù Start, Cerca).

In questo modo sbloccandolo solo quando voglio aggiornare Chrome, gestisco gli aggiornamenti manualmente ed evito che si aggiorni da solo nei momenti meno adatti. Però attenzione, è troppo bello per essere vero: quando si reinstalla potrebbe essere necessario ripetere la procedura perché (spesso) ripristina tutte le impostazioni che avete tolto, dunque ricrea le voci nel Registro, si mette fra i processi eccetera. L'unica cosa che non fa, almeno per quanto ho verificato, è riabilitare le operazioni pianificate che lo riguardano, se desabilitate. Questo però è uno specchietto per le allodole, perché si pensa che in tale modo il processo non venga eseguito ed invece parte ugualmente perché non dipende solamente dai Tasks (Operazioni Pianificiate).

È effettivamente un software molto invasivo e aggressivo, aspetto di cui la maggior parte delle persone nemmeno si rende conto. Comportamenti simili in passato li avevano solo i virus e worm.

In questi collegamenti si trovano le istruzioni per rimuoverlo o disabilitarlo:

Video ufficiale di presentazione

Conclusioni

Pro

  • Veloce nel caricamento iniziale;
  • veloce nel processare codice Javascript;
  • ottima aderenza agli standard HTML e HTML5;
  • interfaccia minimale adatta a risoluzioni basse (sotto gli 800 pixel di altezza);
  • compatibilità ottima con i servizi di Google.

Contro

  • Installa software invasivo senza avvisare l'utente (googleupdate);
  • spazio occupato: una singola installazione occupa 5 volte lo spazio di Firefox o Opera;
  • installazione non standard: può installarsi a livello utente invece che a livello di sistema 1;
  • ogni utente del sistema operativo richiede una installazione a parte 1;
  • non c'è modo di cambiare manualmente la directory di installazione 1;
  • funzionalità limitate;
  • poche opzioni di configurazione;
  • gestione dei bookmarks/preferiti molto deficitaria;
  • non viene visualizzato il titolo completo della pagina web che si sta visualizzando;
  • impostazioni iniziali potenzialmente lesive della privacy;
  • ha una gestione del colore deficitaria.

Nota 1: usando il file di installazione predefinito eseguito con un utente senza privilegi.

Ultima modifica: 17 Novembre 2014

 
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