Recensione di Carlo Carmagnini aggiornata al 9 maggio 2022.
Un programma un tempo innovativo che dal 2012 ha cambiato totalmente volto, in peggio.
Voto: 5
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Opera 12.17 è stata l'ultima versione, rilasciata nel 2012, di un prodotto altamente innovativo in molte funzionalità. Sin dalla sua nascita, le innovazioni apparse in Opera sono state copiate, anni dopo, dai browser concorrenti (ad esempio la navigazione a schede). Nato in Norvegia, agli esordi Opera era un programma a pagamento o in alternativa usufruibile con la formula adware in quanto aveva un piccolo spazio pubblicitario all'interno del programma. A partire dal 20 Settembre 2005 il browser norvegese è distribuito in una unica versione libera da pubblicità e completamente gratuita (freeware), allineandosi agli altri browser recensiti su questo sito.
Opera aveva basato sin dagli esordi nel 1995 il proprio navigatore su un motore di interpretazione sviluppato internamente, chiamato Presto. Il motore di interpretazione, o rendering engine, si occupa di tradurre i codici con cui sono scritte le pagine web in una interfaccia grafica. La versione attuale è un programma completamente diverso dal ramo storico di Opera, terminato con il rilascio della versione 12 nel 2012. Il browser corrente è costruito partendo dai sorgenti open source che sono alla base di Google Chrome e che prendono il nome di Chromium. Con il nuovo indirizzo aziendale, Presto è stato accantonato in favore di Blink, creato da Google da un fork di Webkit (usato dai browser Apple), a sua volta derivato di KTHML (parte di KDE Linux).
Il nuovo corso di Opera non è stato ben accolto dai suoi utenti più affezionati, perché, almeno fino ad adesso, ha perso gran parte di quelle peculiarità che lo rendevano un prodotto originale e innovativo. Questo drastico cambiamento non è stato condiviso in primis dal cofondatore di Opera Software, Jon Stephenson von Tetzchner, che nel 2011 si è dimesso da tutti gli incarichi nella società.
A fine 2016 l'azienda proprietaria di Opera, Opera Software ASA, ha ceduto tutto il ramo browser Opera Software AS (desktop e mobile) a investitori cinesi, mentre da tempo lo sviluppo del browser era stato affidato prevalentemente ad un team polacco che aveva soppiantato quello norvegese (soprattutto per questioni di costi). Ritrovatisi senza la loro creatura, vari ex sviluppatori norvegesi guidati dal fondatore di Opera non si sono persi d'animo e hanno formato una nuova società con la missione di produrre un browser che conservasse la mentalità originaria del progetto Opera, interrottasi alla versione 12. È nato quindi Vivaldi, un browser ricco di funzioni, personalizzabile, basato su Webkit.
A fine dicembre 2017 l'azienda ex proprietaria di Opera ha cambiato denominazione in Otello Software AS, a seguito degli accordi con l'azienda Opera Software AS, che ha la proprietà del browser ed è in mano cinese.
Non farò una recensione dettagliata del prodotto ma come per gli altri browser metterò in rilievo i punti per me più interessanti.
Le versioni correnti non si discostano molto da Google Chrome, ne copiano anche il fastidioso sistema di auto-aggiornamento software, non configurabile, che si connette automaticamente più volte al giorno in cerca di aggiornamenti. Opera può essere comunque considerato una valida alternativa a Chrome.
Sul browser è possibile abilitare il blocco della pubblicità senza dover installare apposite estensioni, il blocco può essere anche annullato su determinati siti (se la pubblicità non è invasiva ricordatevi che serve a mantenere in piedi il servizio).
Una funzione peculiare di Opera, e che può tornare utile, è l'integrazione con un servizio VPN gratuito (attenzione però, non è una VPN vera e propria e non è molto sicura). Per la verità quando l'ho usato le connessioni non mi sono risultate molto stabili o performanti (non solo a me, vedi anche questa recensione), ma per la semplice navigazione web è adeguato. Può tornare utile per accedere ad un sito che blocca l'accesso ai visitatori che si connettono da un determinato paese. Il browser, come nella sua versione mobile, integra anche un ad-blocker, ovvero un sistema di blocco degli annunci pubblicitari, disabilitabile all'occorrenza.
Una peculiarità di Opera Desktop era l'utile Opera Turbo, una funzione di proxy integrato che permetteva di velocizzare il caricamento delle pagine (risparmiando banda e dati). Parlo al passato perché questa funzionalità è stata rimossa dalla versione per PC nel 2019, dopo averla nascosta per qualche anno fra le impostazioni avanzate, fino alla versione 58. Mentre questa funzionalità continua a essere presente nella versione per telefoni cellulari, col nome di "Dati risparmiati" (e in Opera Mini). Questa funzione abilita un proxy server gestito da Opera, in pratica un intermediario che comprime i dati prima di inviarli al browser. Molto utile se si naviga in modalità Internet a consumo o sfruttando una connessione lenta. Funzionando solo con connessioni HTTP, e non HTTPS, si attiva ormai di rado dato che ormai sempre più siti utilizzano il protocollo crittografato.
Il programma di gestione della posta elettronica, fino al 2012 integrato nella suite, è stato offerto separatamente per un breve periodo ma poi successivamente abbandonato.
Molto utile la funzione di sincronizzazione fra browser PC e cellulare, basta creare un account e si condividono schede aperte, password e siti preferiti. Attenzione, da tempo la cronologia non è affatto affidabile, molti siti non vengono ricordati (su bookmarks e password non ho notato problemi).
Una funzione molto utile, copiata da Firefox (che però assurdamente l'ha rimossa qualche anno fa) è il raggruppamento delle schede, da Opera chiamato Workspaces. È analogo ad un desktop multiplo, per cui nella stessa sessione del browser potete avere due o più gruppi di schede, tenuti separati. Per esempio potere creare un gruppo di schede per lavoro e uno per lo svago, tenendo i siti separati è più rapido destreggiarsi se come me siete abituati a tenerne aperte molte in contemporanea. È una funzione simile a Panorama/Tab Groups che era presente su Firefox anni fa (e adesso disponibile solo tramite mediocri estensioni). Bisogna però ricordare che Opera non è molto efficiente nel gestire molte tabs, risulta rallentato anche solo con un centinaio di siti mentre Firefox ne regge decentemente migliaia (oltre seimila schede con 8 GB RAM su un mio PC).
Fino alla versione 12 ho sempre consigliato di installare Opera, dopo Firefox era il browser che usavo più spesso. Adesso come browser secondario preferisco Vivaldi.
Le versioni successive alla 12.17 (cioè dalla 15 in poi, dato che c'è stato un bel salto di versione) hanno per me grossi limiti e mancano di quella originalità che aveva sempre contraddistinto la casa di produzione norvegese, essendo in gran parte un clone di Google Chrome. Se vi trovate bene con Google Chrome, vi adatterete subito ad Opera. In tempi recenti Opera ha un po' recuperato dal lato innovazione, sia per cercare di distinguersi da Chrome sia per recuperare nei confronti di Vivaldi, molto più ricco di funzionalità.
Per i cellulari Android invece, Opera a mio parere resta di gran lunga il migliore per usabilità, funzioni e reattività (scaricalo da Play Store), ma anche in questo caso Vivaldi sta recuperando rapidamente terreno e promette bene. La funzione di sincronizzazione fra smartphone e desktop è ormai presente in tutti i browser.
Ultima modifica: 9 maggio 2022